G. Saviola Reumatologo

Considerazioni sulle artriti

Le artriti: Artrite Reumatoide ed Artropatia Psoriasica sono le malattie reumatologiche più rapidamente invalidanti. Sono malattie infiammatorie autoimmuni. Il nostro sistema immunitario di regola si occupa di difenderci tutte quelle sostanze o quei microorganismi che provengono dall’esterno. Può accadere che, ad un certo punto questo apparato difensivo “impazzisca” ed inizi ad aggredire e danneggiare pesantemente alcuni dei nostri tessuti assolutamente normali. Nelle artriti il bersaglio di questa reazione “anomala” sono principalmente le articolazioni.

La sinovia, un tessuto che circonda le articolazioni, diviene il bersaglio dei nostri anticorpi; la “guerra” coinvolge anche tendini, capsule, cartilagini ed osso circostante creando grave danno a questi tessuti ed apparati. Le articolazioni appaiono gonfie, calde, dolorosissime. Se l’attacco artritico non dura troppo a lungo, è ovvio che i danni possono essere contenuti; ma se dura per mesi o anni l’articolazione diventa via via sempre più sofferente, si deforma, la cartilagine e l’osso vengono erosi. Questi fenomeni conducono alla disabilità: il paziente non potrà più utilizzare appieno l’articolazione perché deformata e molto dolorosa!

Per evitare di arrivare a questo punto esiste una sola strada: quella della diagnosi precoce. E’ necessario diagnosticare una Artrite entro 3-6 mesi dall’esordio. Gli indizi che devono fare sospettare una Artrite sono: 1) una rigidità delle mani al mattino di durata non breve (almeno ½ ora) e
2) un dolore localizzato alle sedi tipiche della malattia

E’ sbagliato pensare che una diagnosi precoce possa essere posta o esclusa facendo riferimento al risultato degli esami di laboratorio . Esistono infatti le Artriti Sieronegative, che non hanno una positività evidente dei tests reumatologici (o non ce l’hanno ancora). Solo un Reumatologo esperto può pertanto sbilanciarsi a fare una diagnosi precoce di Artrite, assumendosi la responsabilità di mettere SUBITO in trattamento il paziente con farmaci piuttosto importanti. Quali sono questi farmaci? Principalmente i cortisonici ed i DMARD.

Il cortisone è la bestia nera dell’immaginario dei pazienti. In certe situazioni cliniche molto gravi viene tuttora utilizzato ad alto dosaggio: in questo modo c’è da aspettarsi effetti collaterali molto importanti in tempi relativamente brevi. Ma questo NON è il nostro caso.

Le Artriti possono benissimo essere trattate, fin dall’inizio con un basso dosaggio di cortisone, sufficiente di regola a tenere la malattia sotto controllo al prezzo di effetti indesiderati molto meno frequenti e meno gravi. Pensare di trattare una Artrite senza cortisonici è un bel proposito, ma molto difficilmente realizzabile, soprattutto all’inizio. Bisogna infatti stroncare la malattia sul nascere, impedendo che si impianti in modo irreversibile e che colonizzi progressivamente altre articolazioni.

Per ottenere il risultato desiderato si deve associare il cortisonico ai DMARDs, sigla inglese che identifica quei farmaci in grado di cambiare, in modo favorevole, il decorso della malattia e che possono aiutarci a ridurre la posologia di cortisonici. Vanno naturalmente monitorati, soprattutto nei primi mesi di terapia e poi periodicamente. Il DMARD più utilizzato nel mondo è il METHOTREXATE, farmaco dal bugiardino chilometrico, inventato nel 1950 per la cura di alcuni tumori. Nelle artriti il dosaggio efficace è infinitamente più basso.

Accanto ai DMARDS, dal 2000 sono comparsi altri farmaci, i cosiddetti “biologici”, che sono piuttosto impegnativi sul piano della gestione, perché richiedono talvolta delle infusioni (quindi in ambiente ospedaliero) e frequentissimi controlli medici e laboratoristici. Sono riservati -e possono essere utilizzati legalmente- solo in casi ben precisi.

Stanno comparendo altri nuovi farmaci che si prefigurano essere molto efficaci, appartenenti alla classe delle cosiddette “piccole molecole” o “anti-JAK”. Anche questi sono farmaci molto costosi ed impegnativi, ma hanno il vantaggio di essere assunti per via orale.

Naturalmente anche i DMARDs e i biologici possono dare effetti indesiderati. Pertanto tutte queste problematiche vanno gestire da un Reumatologo esperto che sappia personalizzare la terapia e che sappia individuare precocemente, o prevenire, gli effetti indesiderati.

Il problema dell’acido folico: La somministrazione dell’acido folico durante la terapia con METHOTREXATE è diventata spesso routine. In realtà andrebbe riservata ai casi in cui sono presenti effetti collaterali. Infatti, l’acido folico è l’ANTIDOTO del methotrexate e pertanto, anche se somministratto a piccole dosi, finisce per ridurre la attività del farmaco di almeno il 20-25%. Ci sono studi scientifici che dimostrano chiaramente quanto sopra.E lo stesso foglietto illustrativo mette in guardia circa la possibile riduzione dell’efficacia del farmaco.

ANNA MARCHESINI “morta per artrite reumatoide“: La notizia data dai media è in realtà incompleta. I colleghi Reumatologi di Perugia hanno comunicato che la bella e simpatica attrice aveva liberamente e legittimamente scelto di NON seguire la medicina ufficiale ma di affidarsi ad altre branche alternative. Le complicanze feroci di una malattia molto aggressiva hanno purtroppo condotto alla morte.

La riflessione e la conclusione sono ovvie.

Aggiungo che in passato, prima dell’avvento del METHOTREXATE, non era raro imbattersi in pazienti artritici con gravissime e potenzialmente mortali complicanze. Ora questi casi sono una rarità. Infatti, dalla metà degli anni ’90 il decorso della malattia è decisamente cambiato grazie all’introduzione del Methotrexate (ma tengo a precisare che lo scrivente già utilizzava il Methotrexate per l’antrite fino dal 1985)

 

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