G. Saviola Reumatologo

Parliamo di: Artrosi

E’ probabilmente la più diffusa tra le malattie reumatiche e va di pari passo con l’avanzare dell’età. In Italia, nella popolazione ultra-65 anni, l’artrosi di ginocchio affligge circa il 30% della popolazione, seguita dall’ artrosi delle mani (15%) e de quella dell’anca (8%).

Un tempo si definiva l’artrosi come il modello di malattia osteodegenerativa (quasi come se essa facesse parte dei fenomeni inevitabili dell’invecchiamento). Oggi a si ritiene che l’artrosi possegga anche una importante componente infiammatoria.

La diagnosi di artrosi è radiologica e l’esame più efficace per evidenziarla è tuttora la vecchia radiografia standard: questo esame è semplice e poco costoso, ma ci mostra i contorni articolari e ci consente di valutare i danni cartilaginei e le deformità ossee tipiche della forma.

TAC e risonanza magnetica, a seconda dei casi, sono utilissimi completamenti del quadro, soprattutto in vista di eventuali trattamenti di tipo chirurgico ortopedico. Non esistono, di regola, forme di artrosi radiologicamente “invisibili”.

 

Artrosi del ginocchio: I primi provvedimenti terapeutici sono :

  • il rinforzo della muscolatura soprattutto delle cosce e
  • il riallineamento dell’ arto inferiore attraverso l’utilizzo di calzature chiuse (devono fasciare e sostenere il piede), preferibilmente allacciate, in pelle, con all’interno plantari ortopedici su misura; se è presente una diversa lunghezza degli arti (superiore a 1,5 cm) può essere utile aggiungere un rialzo.
  • Un ulteriore presidio, nei casi più evoluti, è la ginocchiera articolata (non certo la ginocchiera di lana!) adatta ad evitare i movimenti non più fisiologici di un ginocchio instabile.

Tutti questi accorgimenti mirano a ritardare il più possibile l’intervento chirurgico di protesizzazione: perché le protesi non sono eterne, e possono, nel tempo, mobilizzarsi o diventare dolorose, costringendo al reintervento. I bisfosfonati, farmaci comunemente utilizzati nell’osteoporosi, possono prolungare la durata di una protesi, perché la causa più comune di mobilizzazione protesica è l’osteoporosi che si crea nella regione ossea attorno all’impianto.

Prima della protesizzazione, nei casi non troppo avanzati ed a condizione che si sia attuato un riallineamento dell’arto come appena detto, può essere utile la terapia infiltrativa con acido ialuronico e la somministrazione di alcuni integratori (principalmente GLUCOSAMINA SOLFATO) utili a preservare quanto più a lungo possibile, il tessuto cartilagineo.

Artrosi delle mani: i possibili trattamenti sono quelli farmacologici storici: antiinfiammatori, glucosamina solfato, infiltrazioni con acido jaluronico in alcune articolazioni, tutori (tipo rizo-splint) da utilizzare di notte. Nelle forme più invalidanti (Osteoartrosi erosiva) ho dimostrato, per primo, fin dal 2000, come il CLODRONATO intramuscolare a cicli, possa essere efficace su dolore e funzionalità. Anche in questo caso è necessario che la diagnosi sia formulata da un Reumatologo esperto, perché, a volte, la differenza fra artrite e artrosi può essere molto sottile.

 

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